A scuola di animali

2 Luglio 2007

Da un’indagine realizzata nel 2000 in Italia dalla Doxa in collaborazione con la casa editrice Piemme è risultato che il 79% dei bambini desidererebbe avere un animale domestico.

Da vari anni la letteratura psicologica ha messo in evidenza l’importanza di un rapporto positivo del bambino con l’animale per la costruzione di un rapporto positivo del bambino con gli esseri umani, con la natura e con la realtà in genere. In particolare è stato messo in evidenza il ruolo che un rapporto positivo del bambino con l’animale riveste nel facilitare nel bambino la comprensione del diverso.

Sono dati che impongono un’attenta riflessione.

Secondo l’ITSC (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione): «Inizialmente il bambino piccolo non si rende bene conto delle caratteristiche intrinseche, e quindi delle specifiche esigenze fisiche e psicologiche, di un animale. Tende ad identificarlo con se stesso o con gli oggetti che conosce (ad esempio lo vuole lavare, pettinare, imboccare, gli tira la coda, lo strofina in modo brusco, lo stringe con forza eccessiva). È qui che l’adulto deve intervenire per far capire al bambino, con modalità diverse a seconda della sua età e del suo livello di sviluppo, quali caratteristiche sul piano fisico e su quello psicologico condividiamo con i nostri compagni animali e quanto invece è patrimonio specifico della nostra specie o di altre specie. In questo modo il bambino è concretamente stimolato a modificare i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi comportamenti nei confronti dell’animale. È quindi anche concretamente stimolato a prendere in considerazione l’idea di bisogni, di modi di essere, di comportamenti, diversi dai suoi e, di conseguenza, a sviluppare un atteggiamento più empatico. È utile qui ricordare che per empatia intendiamo la capacità di un individuo di immedesimarsi negli altri sul piano cognitivo e su quello affettivo, cioè di capire e di condividere i pensieri e le emozioni degli altri. Attraverso questo spostamento di prospettiva il bambino può sviluppare un atteggiamento più maturo e più flessibile non soltanto nei suoi rapporti con individui di specie diverse, ma anche con individui della sua stessa specie, perché comunque anche gli individui della sua stessa specie sono altri, sono cioè diversi da lui per età, sesso, classe sociale, cultura, o, anche nel caso di individui della sua stessa età, del suo stesso sesso, della sua stessa classe sociale, della sua stessa cultura, sono diversi semplicemente in quanto altri. Sappiamo poi che lo sviluppo dell’empatia è lo strumento più efficace per prevenire, ridurre o eliminare atteggiamenti e comportamenti violenti.»

Addirittura, secondo lo psicologo F. R. Ascione: «Ci sono tuttavia anche casi di bambini che vivono in contesti violenti e che amano profondamente un animale, che viene da loro considerato una fonte insostituibile di affetto e di conforto. Si tratta di bambini che non si adeguano passivamente ai modelli distruttivi di comportamento a cui sono esposti e che raggiungono una più matura consapevolezza della realtà soprattutto attraverso l’aiuto di figure, come quella di un compagno, di un insegnante o di un adulto in genere, i cui valori di riferimento si discostano da quelli che caratterizzano il contesto violento in cui il bambino vive.»

Consideriamo ora come può la scuola stimolare nei bambini, soprattutto in quelli più piccoli, l’interesse e l’empatia nei riguardi degli animali. In questo campo gli educatori sono spesso pieni di buone intenzioni, ma è necessario tener conto della delicatezza del compito e quindi degli effetti che gli interventi possono avere sia sui bambini che sugli animali.

Sempre secondo l’ITSC: «La conoscenza dell’animale e della sua psicologia, e quindi l’elaborazione di ipotesi per quanto riguarda i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi bisogni,  sono possibili solo attraverso l’attenta osservazione dell’animale nel suo ambiente di vita naturale oppure, per quanto riguarda alcuni animali d’affezione, come ad esempio il cane e il gatto, preferibilmente nella casa in cui vivono. E’ quindi più opportuno, per poter osservare e cercare di capire la psicologia degli animali, spostare i bambini e non gli animali. E’ utile inoltre insegnare ai bambini ad interagire con l’animale, tenendo conto anche delle caratteristiche psicologiche di ogni particolare animale nella sua singolarità individuale, perché ogni animale, soprattutto ogni animale superiore, è un individuo a sé stante, con una sua storia e con la sua personalità.»

È utile qui ricordare che per antropomorfismo gli studiosi intendano l’attribuzione di caratteri umani agli animali.

Spesso il mondo scientifico sottolinea giustamente i rischi di un atteggiamento antropomorfico, sia degli educatori che dei bambini, nei riguardi degli animali. L’antropomorfismo implica non soltanto lo sviluppo di idee scorrette sugli animali, in quanto si attribuiscono erroneamente agli animali degli attributi umani, ma anche lo sviluppo di una falsa empatia nei loro riguardi, perché non è basata su di una reale comprensione di essi.

Va tuttavia sottolineato che evitare un atteggiamento antropomorfico non significa adottare un atteggiamento che potremmo definire “asettico”, cioè distaccato e indifferente, perché un tale atteggiamento non è, come vedremo, scientificamente corretto e non favorisce lo sviluppo dell’empatia nei riguardi degli animali.

Il tipo di atteggiamento che alcuni studiosi, come A. M. Hills, propongono viene definito “empatia accurata”. Si basa su di uno sforzo di comprensione attenta, e quindi su di un’osservazione attenta, dell’animale. L’accento è posto non solo sulle  sue caratteristiche biologiche ed ecologiche, ma anche e soprattutto sul comportamento e sull’organizzazione sociale di un animale e, quindi, sulla sua esperienza mentale. In questo modo nell’osservatore il processo cognitivo e il processo emotivo sono strettamente intrecciati. Come Hills sottolinea, l’esperienza mentale degli animali può essere solo inferita, quindi non possiamo mai avere la sicurezza  che l’empatia che si sviluppa in questo modo sia effettivamente “accurata”, cioè basata sulla reale comprensione dell’altro. Ma questo ragionamento è valido anche per l’empatia nei riguardi degli esseri umani.

Infine la sollecitazione da parte di alcuni studiosi perché venga promosso nel bambino lo sviluppo di un’empatia “accurata” e  vengano incoraggiate l’osservazione del comportamento dell’animale e la comprensione della sua esperienza mentale implica anche che, tramite questa particolare prospettiva, il bambino diventerà più facilmente consapevole delle profonde capacità cognitive ed affettive di molti animali, in particolare degli animali superiori, e quindi anche delle loro capacità di sofferenza. Gli sarà quindi più facile riconoscerne i diritti e rispettarli.

 

Per le motivazioni espresse in premessa, si intende promuovere la realizzazione del Progetto denominato “A Scuola di Animali”, in seguito descritto.

 

Questa specifica proposta è indirizzata in modo particolare alle scuole materne ed elementari presenti sul territorio circoscrizionale. Le sue fasi principali sono:

1) permettere il contatto degli alunni con gli animali attraverso la visita guidata ad un parco faunistico;

2) sottoporre agli alunni un questionario sul loro rapporto con gli animali ed, eventualmente, lo svolgimento di temi in classe sullo stesso argomento;

3) pubblicare un resoconto dell’iniziativa ed, eventualmente, i migliori temi svolti dagli alunni (che potrebbero anche essere premiati).

In programma per l’anno scolastico 2006/2007 è prevista la visita al parco faunistico MISASIA, sito in C.da Campovile di Bisignano (CS).

Tale struttura si propone come: «un parco faunistico privato, dove adulti e bambini possono trascorrere momenti di sinergia con gli animali ospiti del sito. La sua attività è rivolta a gruppi familiari, gruppi turistici e, prevalentemente, a scolaresche. Un luogo di aggregazione familiare in un contesto natura-animali dove è possibile partecipare direttamente alla vita degli stessi animali.»

Il Parco offre:

* Gli animali, dei quali – in visita guidata e rapporto diretto – sono illustrati il comportamento, l’adattamento, la riproduzione, l’alimentazione ed altro.

* La struttura, che consente:

– laboratori di educazione eco-ambientate;

– mini fattoria (per familiarizzare con gli animali);

– area ludica;

– laboratorio del gusto (area coperta per la degustazione agro-alimentare);

– aree attrezzate per merende, picnic, pranzo a sacco, barbecue;

– chioschetto (il mercatino del parco);

trekking a piedi, a cavallo, in bici.

Gli insegnanti sottoporranno a tutti gli alunni interessati un questionario per capire quello che gli alunni provano per gli animali ed, eventualmente, un tema in classe sull’argomento.

La sintesi dei questionari, operata dagli insegnanti, sarà pubblicata a cura della Circoscrizione, così come gli eventuali migliori temi svolti.

I temi ritenuti particolarmente meritevoli dagli insegnanti potrebbero essere selezionati per un premio, nelle forme stabilite da un’ apposita commissione nominata dalla Circoscrizione.

Massimiliano D’Acri

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