Attraverso 50 storie, Francesco Cirillo scandaglia tutta la regione e ne tira fuori storie maledette e storie belle e d’amore. La Calabria che tutti vorremmo amare e che invece odiamo per l’indole sottomessa del popolo calabrese, per i poteri forti che controllano tutto dalla massoneria, ai partiti politici, alle amministrazioni. E’ un affresco della Calabria come non è stato mai raccontato.
Conzativicci
CONZATIVICCI (il racconto) è la parte ampia e generosa che Claudio Dionesalvi – insieme a Sergio Crocco, il solo “responsabile” di CONZATIVICCI (il copione) – mette intorno a questa elaborazione collettiva che è la commedia dal titolo omonimo, e che di essa rappresenta allo stesso tempo il complemento, il prologo, la contronarrazione e l’epilogo alternativo.
Visioni
Venti racconti giovanili di Fabio Besaldo, uno dei quali dà il titolo all’opera, scritti a non più di venticinque anni e conservati gelosamente in un cassetto fino alla pubblicazione. Una serie ordinata di momenti narrativi, derivanti, quanto a contenuti, da esperienze di vita vissuta, da riflessioni sugli aspetti più significativi della vita, dalla fantasia e l’estro del giovane autore. (…) Una pennellata sulla vita quotidiana fra ironia e solitudine, tra dubbi e certezze, con la disillusione che esplode davanti alla fatica del vivere, le invidie, le debolezze, la passionalità, la meschinità di certi individui, l’annullamento delle distanze sociali, in una società in movimento proiettata verso nuovi orizzonti.
Al di là della mala
Le ferite della Calabria sono aperte, grondano sangue, liquami umani e chimici, onde elettromagnetiche, lamiere arrugginite, nubi tossiche.
Se le guardi una alla volta, sembrano semplici piaghe. E pensi: prima o poi forse questa terra guarirà.
Soltanto se osservi le ferite tutte insieme, ti rendi conto davvero che la Calabria sta morendo.
E cominci a capire il perché.
Racconti a scatti
Raccolte di sequenze in parole e immagini. Frasi che si dispiegano fino a formare intrecci sul bianco, immagini che raccontano una storia su uno sfondo nero. Questo il volume: una raccolta di sequenze narrative uniche e originali. Risultato dei due percorsi dello Storificio Cabret (La Cassetta degli attrezzi e Racconti a fuoco): i 14 allievi diventano qui narratori. Sette racconti e sette sequenze narrative in immagini, per un volume che rappresenta la varietà e la bellezza dell’atto narrativo.
La città invisibile
“Le storie contenute dentro questo volume sono accomunate da un tentativo di sopravvivenza dei personaggi a loro stessi. Per gli scrittori scriverne invece è stata una sorta di esperienza salvifica rigenerante.
[…] Per questi scrittori – molti al loro esordio, altri invece già con esperienze di scrittura alle spalle – il momento di lanciare il loro messaggio nella bottiglia è arrivato.
Per voi lettori – magia della scrittura – quel loro momento coinciderà sempre con quello in cui voi dedicherete del tempo alla lettura dei loro racconti.”
B.D.D. romanzo degli anni zero
Siamo nella seconda metà del decennio scorso. Micuzzo, Lucio, Picchi’ e gli altri protagonisti di questa storia vivono e si muovono nella città in cui nacquero, ma sono consapevoli che Cosenza è cambiata a causa di un mutamento sociale e culturale che investe tutto il pianeta. E così faticano ad adattarsi, non si ambientano. Sanno che è avvenuto un “delitto” che li indigna. Spinti da motivazioni passionali, indagano per risalire agli assassini. E s’imbattono in una realtà parallela all’apparente normalità che vegeta intorno a loro. Dietro le avventure del professore-ultrà e dei suoi amici, eterni precari nel lavoro e nella vita, si intrecciano episodi veri e vicende fantastiche. Sullo sfondo, vibra l’eterno tema del male e delle infinite forme che esso può assumere. La zona di confine tra reale e surreale, un linguaggio ritagliato sull’oralità, la scelta di vivere in prima persona i fatti narrati, sono al centro del lavoro dell’autore che è pervenuto alla definitiva versione del testo soltanto dopo un lungo cammino di condivisione con gli individui ai quali si è ispirato per caratterizzare i personaggi. “B.D.D.” può essere interpretato come sequel e prequel di “Mammagialla” (2003), il diario della settimana trascorsa in carcere, dove Claudio Dionesalvi fu ingiustamente rinchiuso insieme ad altri 19 attivisti noglobal, con l’accusa di cospirazione politica. Lo stadio San Vito, luogo simbolico intorno al quale ruota l’intera vicenda, diviene metafora di una generazione che proprio non vuole rassegnarsi a vivere da spettatrice.
La famiglia Scarselli
In Toscana lo squadrismo fascista si affaccia alla ribalta politica nel gennaio 1921. Il 27 febbraio di quel triste anno giunge a Certaldo (FI) la notizia dell’assassinio, da parte di elementi della squadraccia nera la “Disperata” di Firenze, di Spartaco Lavagnini, sindacalista comunista. Il giorno dopo, nella piazza di Certaldo, mentre si svolge la “Festa della fiera”, nel corso di una banale lite tra due fidanzati scoppia una vera e propria rissa, nella quale vengono coinvolti, tra gli altri, alcuni carabinieri e due dei fratelli Scarselli. In serata, all’ingresso del paesino, vengono erette delle barricate e durante gli scontri con i carabinieri si contano morti e feriti. Dopo i “Fatti della Fiera” di Certaldo e le violenze generalizzate in tutta Italia, gli Scarselli non si fanno più illusioni. Il quotidiano anarchico «Umanità Nova», di fronte alle crescenti violenze fasciste, invita gli anarchici a reagire: “compite quello che è vostro dovere imprescindibile”si legge nel numero di martedì 4 gennaio 1921. Il cuore dei lavoratori è colmo di rabbia e di dolore per le bombe lanciate contro le sedi dei giornali socialisti e di opposizione. Con Errico Malatesta e Armando Borghi in carcere il gruppo libertario di Certaldo decide che è giunta l’ora della resistenza armata contro il fascismo e si dà alla macchia. Le gesta della “Banda dello zoppo”, come ormai vengono identificati i fratelli Scarselli, entrano nella storia e nella leggenda popolare. Ancora oggi sono ricordati. Le storie individuali di Eusebio Scarselli, di Maria Mancini e dei loro sei figli: Oscar, Ida, Tito, Egisto, Ines Leda, Ferruccio ricostruite dopo molti anni di ricerche svolte in Italia, Russia e Brasile, sono contenute nei profili di ogni membro di questa famiglia, tra le prime in Italia ad opporsi al fascismo con le armi.
Appunti per spettacoli che non si faranno
Ernesto Orrico (Cosenza 1973),
autore, regista e attore, ha curato la
pubblicazione del libro Nuovo Teatro
Calabria (Le Nuvole 2008); ha scritto
il monologo ‘A Calabria è morta
(Round Robin 2009). Per la compagnia
Teatro della Ginestra ha firmato
le regie degli spettacoli: Ronaldo il
pagliaccio del Mc Donalds, Hamlet
Cuts, Jennu brigannu e I Sette contro
Tebe. È uno dei protagonisti dello
spettacolo U Tingiutu.Un Aiace di
Calabria di Dario De Luca per Scena
Verticale. Per l’associazione Zahir ha
diretto e interpretato Sul modo di
essere liberi, studio teatrale liberamente
ispirato alle poesie di Franco
Costabile. Dal 2009 partecipa ai
laboratori di scrittura, lettura e ascolto
della Coessenza.
www.ernestoorrico.it